33 anni, muore durante una trasferta di lavoro. Choc in azienda: “Come una figlia”

Fatma Core, la morte della 33enne lascia sotto choc. La giovane donna di origine albanese lavorava presso il maglificio Faccioli di Saletto di Borgo Veneto. Fatma si trovava in trasferta per lavoro, quando il furgone del maglificio, un Iveco Daily, percorrendo la provinciale 496 Virgiliana, nel tratto tra Poggio Rusco a Dragoncello, esce fuori strada.

Il furgoncino viaggiava lungo la 496 Virgiliana. Alla guida, Renzo Franchin, di 67 anni. Il furgoncino, un Iveco Daily, esce fuori strada. Erano le 14 circa e il veicolo si trovava nella provincia di Mantova. Fatma muore sul colpo, Renzo, invece, riesce fortunatamente a salvarsi. Nulla da fare per la giovane donna di appena 33 anni, che rimane intrappolata tra le lamiere.

Sul luogo sono sopraggiunti i soccorritori con ambulanza e un elicottero. L’uomo alla guida del furgoncino viene immediatamente trasportato in ospedale, da cui è già stato dimesso. Amici, familiari e colleghi di Fatma ne piangono la scomparsa. Anche dal maglificio, il messaggio di dolore: “Abbiamo un dolore grande, Fatma lavorava per noi da anni, era come una di famiglia”. 

E si aggiungono anche le parole di Denis Marchesin, che conosceva Fatma da molti anni, ben 10, da quando la ragazza ha lavorato al Fly di Montagnana. Denis la ricorda così: “Era una persona solare, amava stare tra la gente”. E i messaggi di cordoglio e di affetto sono la prova tangibile di quanto la donna si facesse ben volere da tutti.

Fatma, senza saperlo, ha salutato tutti con un’ultima storia pubblicata su Instagram, mentre a bordo del furgoncino attraversava il Po, a una manciata di chilometri rispetto il luogo del letale incidente. La vita di Fatma si spegne sotto l’incredulità di tutti. Marco Albertn, amico della giovane donna, lo dice tra le lacrime: “Stento ancora a crederci. Era piena di vita tanto che persino quando era giù di morale riusciva a incoraggiare gli altri”. Una ragazza dedita al lavoro e socievole con tutti. Di origine albanese, è cresciuta con la sua famiglia a Casale di Scodosia. Mamma Hafsa, papà Besnik, la sorella Silvana e il fratello Hazri piangono la triste perdita, di una giovane donna che grazie al lavoro era da poco riuscita a vivere da sola, a Saletto, insieme al suo cane e ai suoi sogni.