«Deve averlo preso andando in giro, magari al supermercato, non lo sappiamo. Quello che faccio fatica ad accettare è che sia morto da solo, senza che qualcuno di noi potesse stargli vicino», sono le parole del figlio Mauro Giorgio. I funerali non sono ancora stati fissati perché alcuni familiari sono in isolamento fiduciario, tra cui un positivo asintomatico, che ha contratto il virus proprio per stare con il padre finché è stato possibile. Lascia la moglie Bruna, e i cinque figli, oltre a Mauro Giorgio, Mariarosa, Michele, Simone e Roberto.
Sante Fagotto era persona conosciutissima a Villorba e in tutta la provincia. Nativo di Portogruaro, si era trasferito nel 70 con la moglie proprio per aprire il ristorante Due Ragni. L’inaugurazione porta la data del primo aprile, dodici anni dopo l’ampliamento, acquistando anche il resto dello stabile per realizzare alcune camere, e farne un hotel. Un punto di riferimento negli anni del boom del nordest, collocato in un luogo strategico che l’ha fatto diventare una parte del paesaggio.«Era un uomo vecchio stampo, molto legato al suo lavoro», lo ricorda il figlio. E poi quando ha capito che era il caso di passare la mano, non ha esitato nel coinvolgere i figli per dar loro il testimone dell’attività e sostenerli. «La sua forza era anche che non aveva paura della novità, era ben disposto verso i cambiamenti. E’ stato sempre presente comunque nell’attività, si faceva vedere in ristorante, dava consigli, finché ha potuto», aggiunge Giorgio.
Vita e lavoro erano strettamente legati anche perché Sante con la moglie Bruna viveva in un appartamento ricavato nello stesso stabile dell’hotel Due Ragni. Per il ristorante sono passati politici, imprenditori e sportivi, Mansi e di Caberlotto erano degli habitué. «Ci teneva a dire che nonostante fosse originario di Portogruaro lui era un trevigiano. Tanto che noi pensavamo che quando si fosse ritirato dal lavoro sarebbe tornato lì, e invece», conclude il figlio Giorgio, «ha voluto rimanere nella sua Treviso».