Luigino lottava da tempo contro un terribile male, il 4 novembre aveva accusato un malore ed era stato ricoverato all’ospedale di Oderzo. L’uomo era risultato positivo al tampone Covid-19, ma non aveva alcun sintomo.
Il giorno successivo era stato dimesso, per poter fare ritorno nella propria abitazione, dove poco dopo è spirato. Luigino era a conoscenza del fatto che il suo viaggio era giunto al termine, la stanchezza a causa della lotta contro il tumore aveva iniziato a farsi sentire ormai da qualche tempo.
Originario di San Donà di Piave, aveva lavorato come macellaio per 20 anni tra Venezia e la sua città di origine, dal 1985 al 2008 aveva gestito la macelleria in via Riva Monticano a Motta di Livenza dove viveva con la famiglia. Dopo aver chiuso l’attività, punto di riferimento per i cittadini di Motta e non solo, ha continuato a mantenere rapporti di amicizia con i colleghi macellai della zona con cui era nato un legame di stima e di reciproco aiuto. Amante del gioco delle carte, trascorreva il tempo con gli amici.«Luigino è stato un uomo schietto, onesto, modesto, diretto ma allo stesso tempo socievole», ha raccontato il figlio Alberto esprimendo il ricordo suo e degli amici del padre, «Ha sempre riscosso la stima e la simpatia di chi l’ha conosciuto e di chi ha lavorato insieme a lui. Ha messo al primo posto la famiglia e gli affetti e ha sempre fatto del suo meglio per essere un buon marito, padre, fratello e amico».
«Era un uomo onesta, mai sopra le righe – ha raccontato un conoscente – era una persona retta che possedeva rigore morale». Oggi, 10 novembre, alle 10 nel cimitero di San Giovanni si è tenuta una piccola cerimonia in ricordo di Luigino, in attesa della data del funerale.