Barman di 27 anni muore di cancro. «Mio figlio ha lottato fino alla fine»

Mauro Da Dalt lavorava al Fen & Kee di San Vendemiano. Da un anno e mezzo viveva con la compagna. A ottobre la scoperta del tumore al fegato.

VITTORIO VENETO. Non è bastata la sua grande forza per il vincere il male. Mauro Da Dalt, barman di 27 anni, si è spento venerdì pomeriggio allo Iov di Padova, dove era ricoverato dallo scorso 5 gennaio. Da mesi combatteva contro un tumore al fegato che non gli ha dato scampo. «Mio figlio voleva vivere e ha lottato per questo», racconta il papà Franco, «continuava a ripetere: ce la farò, voglio farcela. È stato un angelo anche nella malattia, l’ha combattuta con forza, ma anche con serenità e tranquillità. Sognava di riuscire a sposarsi e avere dei figli. Purtroppo, ha dovuto arrendersi al male». Mauro Da Dalt viveva da un anno mezzo con la compagna Paulina, nel quartiere di San Giacomo di Veglia. A ripercorrere il calvario della malattia, fatto di speranze e ricadute, è ancora papà Franco. 
 
I PRIMI SINTOMI
«La diagnosi vera e propria di tumore è arrivata ai primi di ottobre», spiega, «ma già nel 2018 qualcosa non andava. Mauro ha avuto dei sintomi che non promettevano nulla di buono. Un disturbo che, a mio avviso, forse è stato sottovalutato. All’inizio è stato trattato con i farmaci, ma non è mai stato fatto un vero approfondimento». A fine settembre il giovane si era sottoposto a una risonanza magnetica. Visti i risultati dell’esame, era stato ricoverato d’urgenza nell’ospedale di Vittorio Veneto, dove è rimasto per alcuni giorni. Quindi è stato trasferito nel più attrezzato ospedale oncologico di Padova. Una volta rientrato a casa, aveva iniziato le terapie. 
 
LE TERAPIE A PADOVA
«Ogni settimana lo accompagnavo nella città del Santo», racconta il padre. «Posso dire che era riuscito a passare anche dei periodi tranquilli. Ad un certo punto sembrava che le cure facessero effetto. Questo aveva riacceso le speranze». Verso metà dicembre, però, la situazione clinica del giovane barman è andata via via peggiorando. Tanto che prima di Natale era stato trasferito all’ospedale di Castelfranco per un intervento. È rientrato a casa, ma i primi giorni dell’anno le cose sono precipitate.
«È stato ricoverato di nuovo a Padova e purtroppo non è più tornato», dice affranto il padre. Mauro si era diplomato all’Istituto alberghiero Beltrame di Vittorio Veneto. Poco dopo, aveva fatto un’esperienza in Germania come barista, poi un’altra esperienza nell’azienda Margherita di Fregona. Da un paio d’anni era un apprezzato barman al Fen & Kee di San Vendemiano. «Amava molto la sua famiglia, la sua compagna», dicono i familiari. «Ce lo ha dimostrato fino all’ultimo. Abbiamo trovato degli scritti in cui ci augurava tutto il bene possibile». Nel tempo libero Mauro era appassionato di montagna. Era un gran camminatore e faceva arrampicate. 
 
IL RICORDO DEI COLLEGHI
Si interessava ai percorsi della Grande Guerra, era appassionato di trincee e visitava musei. Tanti i messaggi di cordoglio di amici, conoscenti e colleghi di lavoro, giunti in queste ore alla famiglia. Anche lo staff del Fen& Kee ha voluto ricordarlo nei social: «Conoscerti è stato un onore, volerti bene assolutamente semplice. Grazie per l’amico prezioso che sei stato. Che dalle cime più alte e splendide che tanto ami, tu possa guardarci con il sorriso e proteggerci. Ciao Mauro, ci mancherai infinitamente». I funerali del ragazzo saranno celebrati martedì alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Giacomo di Veglia. Mauro Da Dalt lascia la compagna Paulina, il papà Franco, la mamma Teresa, il fratello Matteo e la sorella Marta. Affranta l’intera comunità di San Giacomo, che tra venerdì e ieri ha appreso la terribile notizia della perdita.