Cameriere scaraventato giù dalle scale muore dopo 20 anni in stato vegetativo

L’aggressione era avvenuta a dicembre 2001, quando era 39enne. La condanna del responsabile non ha alleviato il calvario della famiglia: «Metà vita in un corpo non suo»

SAN VENDEMIANO. Era stato spinto e fatto volare giù per le scale. Da quel giorno del dicembre 2001, Ezio Zanette è rimasto in coma, per vent’anni. Non si è più risvegliato e mercoledì, dopo lunghe sofferenze per i suoi familiari, è deceduto. Aveva 59 anni.

«Una persona allegra, di compagnia, uno spirito libero», raccontano quanti l’avevano conosciuto. La comunità di San Vendemiano ricorda quel giovane che era emigrato in Germania, in cerca di fortuna e lavoro.

Di professione cameriere, aveva iniziato a fare stagioni al mare, per poi stabilirsi nella zona di Amburgo, trovando occupazione in diverse gelaterie e ristoranti. Per molti anni ha vissuto e lavorato in Germania e lì si verificò la tragedia. Un uomo lo spinse, i motivi dell’aggressione non sono mai stati chiariti: lui ruzzolò giù delle scale, sbattendo la testa. Ezio, che all’epoca aveva 39 anni, rimase esanime. Riportò un trauma cranico che non fu operabile. Venne ricoverato in un ospedale di Amburgo.

A San Vendemiano fu avviata una catena di solidarietà per sostenere la famiglia Zanette. Il comitato festeggiamenti della sagra di Zoppè, il ristorante da John e diversi cittadini si attivarono per raccogliere fondi e contribuire alle spese mediche.

La famiglia fu aiutata dal tribunale del malato di Conegliano per riportare a casa Ezio. Fu organizzato un volo speciale con l’esercito. Un velivolo dell’aeronautica militare partì da Roma, facendo scalo a Treviso, dove salirono il fratello Roberto e il medico che aveva fatto da tramite.

Ezio Zanette venne curato diversi mesi nell’ospedale di Conegliano. Le lesioni che aveva riportato non erano però rimediabili e le speranze si affievolirono. È rimasto attaccato alla vita e per anni è stato ospite del Cesana Malanotti di Vittorio Veneto, assistito costantemente, con i familiari vicino. In Germania si celebrò il processo.

L’individuo che con quel gesto sconsiderato lo ridusse in stato vegetativo, fu condannato. Fu stabilito un risarcimento, che è servito per una parte dell’assistenza e le cure. Ma nulla ha potuto riportare Ezio ai suoi cari. Mamma Rosa, il fratello Roberto con Anna e Michael, gli sono sempre stati accanto, anche se lui non poteva rispondere.

«Quasi metà della sua vita Ezio è stato chiuso in un corpo che non era più suo – dice commossa la famiglia – adesso è tornato uno spirito libero, com’era lui». Parenti e amici di San Vendemiano e del Coneglianese si riuniranno oggi pomeriggio per l’ultimo saluto. Il funerale di Ezio Zanette verrà celebrato alle 15.30 nella chiesa di San Vendemiano. Dopo la cerimonia la salma proseguirà per la cremazione.