È morto Aldo Ferracin pioniere della catena di abbigliamento

Aveva 79 anni, fatale un’emorragia. Lavorava dall’età di 11 La famiglia ha fondato i negozi di Refrontolo, Treviso e Feltre 

REFRONTOLO. «Mi raccomando, fate i bravi. Andate d’accordo». Si è spento in piena lucidità Aldo Ferracin, 80 anni il prossimo 6 giugno, protagonista dello sviluppo della nota azienda di abbigliamento. In ospedale, al suo capezzale, la moglie Onelia Mariotto, i figli Debora e Moreno; Flavio lavora da 20 anni in Cina, a Shangai.

Aldo è deceduto in seguito ad una improvvisa emorragia, che l’ha colpito una settimana fa mentre era a tavola; soffriva comunque di problematiche cardiache. Lunedì 29 il rosario, alle 19.30, nella chiesa di Solighetto, dove martedì si celebreranno alle 15.30 i funerali.

I Ferracin sono una famiglia patriarcale e la loro attività è iniziata ancora nel 1952 quando Aldo, all’età di 11 anni, veniva portato dal nonno Giovanni per tutti i mercati della provincia. «Sette giorni su 7 – racconta Moreno Ferracin – però mio padre non ha perso una messa. Uomo di fede, trovava proprio qui la sua forza, anche per alimentare la sua straordinaria capacità commerciale. D’altra parte era amicissimo di don Nilo Tonon, parroco di Santa Maria di Feletto».

In questa attività si sono associati anche i fratelli Pietro e Bruno, che più recentemente hanno rilevato l’impresa insieme ai loro figli. Aldo lascia anche le sorelle Giustina e Bruna. Di Aldo la moglie Onelia continua a ripetere: «Ha vissuto tre vite in una».

«Il lavoro e la festa erano i suoi unici interessi», precisa. Il lavoro nel quale il marito sapeva coinvolgere anche i numerosi amici, per poi insieme festeggiare, in cucina. L’investimento a Refrontolo, in un sito che negli Anni ’70 non accoglieva nessuna attività, anzi sembrava destinato al definitivo abbandono, i Ferracin hanno saputo ricavare un gioiello, e accanto le loro residenze.

«Da nostro padre – raccontano i figli – abbiamo ricevuto il dono di una morte serena, nella piena consapevolezza di Aldo di transitare all’altra vita, per cui ci ha lasciato dei messaggi molto forti, in sostanza l’invito a volerci bene e ad amare gli altri. Come lui ha sempre dimostrato di saper fare sia quando era ambulante nei mercati che dietro il bancone in negozio».