E’ morto di Covid Vasco Cavasin, il signore dei pattini Roces

Lutto nello sportsystem. Era stato ricoverato all’ospedale di Montebelluna quando erano insorti problemi respiratori: tutti speravano che dopo il prolungato ricovero potesse farcela, invece l’altra notte il suo cuore si è fermato

MONTEBELLUNA. A distanza di un paio di settimane da quando era stato portato in terapia intensiva, si è spento l’altra notte Vasco Cavasin, il presidente della Roces, l’azienda leader nella produzione di pattini e di attrezzi sportivi. Aveva 73 anni.


Era stato ricoverato all’ospedale San Valentino quando erano insorti problemi respiratori: tutti speravano che dopo il prolungato ricovero potesse farcela, invece l’altra notte il suo cuore si è fermato.

E come in città si è diffusa la notizia del decesso tutti sono rimasti costernati. Vasco Cavasin apparteneva a quello schiera di imprenditori che ha fatto grande lo sportsystem del distretto calzaturiero montebellunese ed è stato anche protagonista della vita sociale cittadina.

Un imprenditore figlio di imprenditori che aveva fatto parte di quella schiera di industriali autentici artefici del modello noto come “miracolo del Nord-Est”.

La Roces, la società di cui era presidente, ha una storia che inizia nel 1952: l’aveva fondata il papà Ottorino, e dal capannone di Contea l’azienda era stata poi trasferita nella zona industriale della Feltrina, quindi a Vasco e al fratello Valter il merito di averla fatta diventare leader a livello mondiale nella produzione di pattini in linea, pattini a rotelle o quad e pattini da ghiaccio.

Di recente aveva poi lanciato “Idea”, il primo e unico scarpone da sci allungabile per bambini. In anni recenti Vasco aveva anche scoperto la passione per la terra e aveva fondato l’azienda agricola “Colle Dorato” sulle Rive di Posmon, dove produceva vino.

In campo sociale, era stato tra i fondatori del gruppo dei “Selese”, inventori e per tanti anni organizzatori del Palio del Vecchio Mercato, tra i primi ieri mattina ad essere informati che Vasco non ce l’aveva fatta.

«Ora vedremo cosa organizzare per ricordarlo», dice Piero De Cesaro, «Vasco era Vasco, non ci sono altre parole per descriverlo».

Aveva dato anche una mano all’amministrazione Puppato quando si era trattato di portare lo Skatepark a Montebelluna, era stato lui, ai tempi della giunta Zaffaina, a sostenere i costi maggiori per il Palaghiaccio coperto allora allestito al X Martiri.

«È stato un illuminato imprenditore, ha sempre collaborato con le amministrazioni succedutesi negli ultimi 30 anni, da Zaffaina in avanti, per il bene della città e dei giovani», lo ricorda l’ex sindaco e già senatrice Laura Puppato, «Ricordo in particolare l’aiuto offerto durante i miei mandati per realizzare lo Skatepark, l’Europalio e molto altro. Una perdita enorme per la città. Sono affettuosamente vicina alla famiglia e ai lavoratori della Roces».

Addolorato il sindaco Elzo Severin, che di Vasco Cavasin era stato medico di famiglia fino al 31 ottobre. «Vasco è stato uno degli imprenditori che hanno fatto la storia della città», dice, «Uno degli industriali di punta che hanno costruito lo sportsystem e portato il made in Montebelluna nel mondo. Voglio esprimere la vicinanza mia e di tutta la città alla famiglia».

Vasco ha lasciato la moglie Raffaella, il figlio Massimo, la mamma Lina, i nipoti Francesco, Giovanni e Giacomo, il fratello Valter, la sorella Lala. I funerali martedì alle 15, nel Duomo di Montebelluna.