E’ morto Gianfranco Crespan, fondatore del Gruppo folcloristico trevigiano

Aveva 84 anni. Totila d’Oro nel 2020 per il suo impegno nel custodire e promuovere le tradizioni, era il pubblico ministero del processo alla Vecia di metà quaresima

TREVISO. E’ morto Gianfranco Crespan, 84 anni, fondatore e presidente per cinque decenni di fila del Gruppo folcloristico trevigiano, fondato nel 1968. E’ stato lui ad  aprire le danze della storia dell’associazione portabandiera del folclore della Marca trevigiana.

Con una lunga fila di oltre trenta manifestazioni, un festival nazionale del folclore e il gran finale di una rassegna internazionale il gruppo ha festeggiato nel 2018 le sue nozze d’oro. 

«Nel 1968 facevo parte del coro Stella Alpina, ma la mia passione erano sempre stati i gruppi in costume», raccontava Crespan , «Fu il mio amico Angelo Smeazzetto, che del gruppo diventò il primo fisarmonicista, a mettermi in testa l’idea di dare vita a un gruppo folcloristico. Siamo partiti con molta umiltà. Con un gruppo “de tosati e tose”. Abbiamo conosciuto tanta brava gente. Con le sue parole il primo ad aiutarci fu Bepi Mazzotti. Lui che era il presidente dell’Ente del turismo sapeva mettere per noi la parola giusta al momento giusto. Quando c’erano manifestazioni ci chiamava sempre e non arrivavamo subito. Insieme a Bepi Mazzotti a credere in noi è stato anche l’imprenditore Giulio Pagnossin».

 E aggiungeva: «Sono tantissimi i nostri emigrati in giro per il mondo. A partire dai più anziani partiti nel dopoguerra. Tutti subito ci chiedono di parlare loro in dialetto. Di ricordare la nostra lingua. Per loro è un’emozione grandissima». 

Grespan era poi il pubblico ministero del processo alla Vecia di ponte Dante, tradizione trevigiana di metà quaresima.

Nel 2020 il Comune di Treviso assegnò il Totila d’Oro a Crespan, ambasciatore di danze e canti della Marca nel mondo e strenuo difensore del nostro patrimonio artistico. Negli anni 1960 fu a fianco di Toni Basso, Andrea Cason, Lele Botter, Lucio Polo per mantenere a Treviso i manifesti Salce che rischiavano di volare a Padova

Tanti gli attestati di cordoglio tra coloro che lo conoscevano e oggi lo piangono.

«Tutta la provincia di Treviso», lo ricorda il presidente della Provincia, Stefano Marcon,  «sentirà un grande vuoto con la scomparsa di Gianfranco Crespan, emerito presidente del Gruppo folkloristico trevigiano. Le antiche usanze, le tradizioni, i canti e i costumi della trevigianità che ancora vengono tramandati, sono frutto della sua passione e del suo entusiasmo contagioso. Lo ricordiamo con gratitudine e riconoscenza garantendo che nulla dell’eredità che ci ha lasciato andrà perduta. Alla famiglia di Gianfranco, al Gruppo Folkloristico Trevigiano, a tutti i ragazzi e ragazze che ne fanno parte e a Ivano Camarin che oggi ne porta il testimone, il mio cordoglio più sincero».

«Con chiunque si trovava parlava soltanto ed esclusivamente in dialetto veneto anticipando, con chi conosceva, che era l’unica lingua che sapeva. Ma così facendo esprimeva la sua cultura profonda, una conoscenza universale, ancorata in quelle tradizioni della nostra terra che ha riscoperto, valorizzato e difeso per tutta la sua vita»,  gli rende omaggio  il presidente della Regione,  Luca Zaia, «Negli anni Settanta, quando sembrava che quasi ci si dovesse vergognare delle tradizioni popolari delle nostre città e dei nostri paesi, Crespan ne fece una bandiera che portò in tutto il mondo nel grande circuito dei festival folcloristici internazionali. Fu una grandissima intuizione che portò il Veneto più vicino ai nostri emigranti ma anche che portò a casa nostra kermesse popolari con partecipazioni da tutto il mondo, come quella che chiude l’estate a Treviso. Delle nostre radici storiche fu un vero cultore appassionato e preparato. Fu un grande comunicatore che riuscì ad appassionare alle tradizioni venete persone di tutte le età, grazie anche alle sue doti legate alla conoscenza della commedia veneta popolare, ma fu anche un attento conservatore di testimonianze della vita passata; a lui e al suo Gruppo Folcloristico si deve infatti la realizzazione del Museo antropologico delle Case Piavone, vicino alla sede della Provincia di Treviso. La sua morte segna una grande perdita per Treviso e tutto il Veneto».