Gigi Proietti è morto

L’attore è deceduto in una clinica romana alle 5,30. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Era ricoverato da giorni in clinica per problemi cardiaci. 

Gigi Proietti è morto.  l noto attore romano, a quanto apprende l’Adnkronos, è deceduto in una clinica romana intorno alle 5.30. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Proietti era da giorni in clinica per problemi cardiaci. L’attore era stato ricoverato ieri sera in terapia intensiva dopo un malore nel tardo pomeriggio. Si trovava in clinica da qualche giorno perchè non si sentiva molto bene, e stava facendo accertamenti per uno stato di affaticamento. Poi nel tardo pomeriggio di domenica ha avuto un malore, uno scompenso cardiaco. Proprio oggi Proietti compiva 80 anni. 

“Gigi sarà ricordato come merita”, dicono all’Adnkronos fonti vicine alla famiglia. I funerali del grande attore si terranno nei tempi e nei modi compatibili con le attuali restrizioni anti Covid. Le modalità sono ancora in via di definizione sia da parte della famiglia che delle autorità. I familiari di Gigi Proietti avevano lasciato da un’altra uscita dopo mezzanotte la clinica dove l’attore era ricoverato in terapia intensiva: si tratta delle due figlie, Susanna e Carlotte e della moglie Sagitta Alter. Dal marzo scorso viveva praticamente in clausura per il Covid 19 e aveva raccontato al Corriere questa sua condizione: sul virus quasi ironizzava: “Lo definirei lo Zorro dei virus. Perché? Bè, perché mi pare molto mascherato”. E ancora: “Sì, sto in clausura, ma mi sento un privilegiato. Rispetto a tanti altri concittadini che magari abitano in piccoli appartamenti, senza una terrazza, senza uno sfogo, io almeno ho un giardino, che in questo momento è a dir poco vitale. E pensare che, tempo fa, volevo cambiare casa».

Il ricordo era sempre per la splendida dimora dove era nato “a via Giulia, ma ormai da molti anni abito un po’ fuori dal centro”. L’agenzia di stampa AdnKronos scrive anche che Proietti era ricoverato da quindici giorni in terapia intensiva. Repubblica ricorda che già in passato Proietti aveva sofferto di cuore. Nel 2010 era stato ricoverato all’Ospedale San Pietro di Roma, dopo aver accusato una forte tachicardia. Secondo Il Messaggero Proietti si trovava fino a ieri in terapia intensiva a Villa Margherita, una clinica romana, per complicazioni cardiache (aveva già avuto problemi al cuore nel 2010): sarebbe stato ricoverato da 15 giorni, ma ieri un attacco cardiaco avrebbe compromesso ulteriormente la sua salute. 

Proprio ieri sera è stato trasmesso su Rai Movie Febbre da Cavallo, in cui Proietti interpreta Bruno Fioretti detto “Mandrake”, indossatore morto di fame, mentre Enrico Montesano è Armando Pellicci detto “Er Pomata”, disoccupato, ricco solo di grandi risorse truffaldine. La regia è di Steno. 

Proietti era nato a Roma il 2 novembre del 1940. Aveva cominciato a lavorare in teatro nel 1963 in Can Can degli italiani per poi recitare in A me gli occhi, please, del quale seguiranno nuove versioni nel 1993, nel 1996, e nel 2000. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta partecipò a  spettacoli di successo come Sabato sera dalle nove alle dieci, Fatti e fattacci, Fantastico e Io a modo mio. Nel 1976 recitò in Febbre da Cavallo, che ebbe poi un seguito nel 2000 con la regia dei fratelli Vanzina. Recitò anche nella serie RAI Il Maresciallo Rocca a partire dal 1996. Qui lo vediamo in un suo sketck famosissimo, intitolato “L’avvocato”: 

In circa 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. ”Raccontare la propria vita non è cosa da tutti – scrisse sempre nella sua autobiografia – Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose.

Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acqua’ sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?”, per arrivare a concludere che ”forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perché nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso”.