L’autopsia sulla 65enne, però, è importante per capire cosa l’abbia portata alla morte, ma soprattutto il tipo di nesso causale. «Lo stato di coma sarebbe stato generato da un problema di somministrazione di anestesia» spiega il legale difensore della famiglia della donna, Alessandro De Paoli «una carenza di ossigeno che ne ha causato l’ipossia. Era stata portata di urgenza in ospedale a Oderzo, ma non c’era già più nulla da fare. Di seguito era stata ricoverata alla Casa di cura Luigi e Augusta di Ormelle, dove ha avuto un progressivo deperimento». Fino alla morte, avvenuta sabato. Nel frattempo uno dei due figli della donna, era stato nominato amministratore di sostegno.
Adesso il processo per lesioni gravissime, si trasforma formalmente in omicidio colposo. I procedimenti sono in piedi. Nell’ambito della casa civilistica, curata dall’avvocato Mauro Celot, per la quale la famiglia, specialmente i due figli, non hanno ricevuto ancora nulla, è stato chiesto un risarcimento di 1 milione 400 mila euro.
La clinica è nota alla Procura della Repubblica, che ha in piedi un altro fascicolo. Un noto imprenditore opitergino, Vittorio Silvestrini, 72 anni, fondatore della Perlarredi di Azzano Decimo, morì poco più di un anno fa mentre si apprestava a sottoporsi ad un intervento nello stesso centro di chirurgia estetica di Spresiano.