Intasca la pensione del figlio morto e mummificato in casa a Treviso: chiesto il processo per la madre

Aveva tenuto il cadavere in casa per nove mesi: contestata la truffa allo Stato. La donna andava a ritirare il vitalizio alle Poste centrali di piazza della Vittoria .

TREVISO. Per 9 mesi intascò indebitamente la pensione del figlio disabile morto nell’agosto del 2018. Ora, la procura della Repubblica di Treviso ha chiuso le indagini ed ha chiesto il rinvio a giudizio di Giovanna Di Taranto, 72 anni, la donna che fino al maggio 2019 ha vegliato in casa il corpo del figlio cinquantenne Vittorio Chies e per altrettanti si è presentata regolarmente alle Poste di piazza Vittoria, come tutore, a ritirarne la pensione d’invalidità da 900 euro.

Le ipotesi di accusa che il sostituto procuratore Davide Romanelli contesta sono quelle di truffa aggravata ai danni dello Stato e occultamento di cadavere.
Nel corso delle indagini, partite all’indomani del 20 maggio 2019, quando nell’abitazione di via Castellana 16 a Treviso fu trovato il corpo mummificato del figlio dell’anziana, gli agenti della questura scoprirono che Giovanna Di Taranto per nove mesi aveva nascosto a tutti la morte del figlio, comportandosi con i vicini, come se nulla fosse successo. Al bar, sotto casa, non passava mattina che l’anziana non si presentasse per bere un caffè e prendere la brioches con la crema che tanto piaceva al figlio.

A chi le chiedeva di come stesse Vittorio, lei rispondeva sempre bene, come se fosse ancora in vita. A scoprire il dramma di via Castellana furono gli agenti della questura, sollecitati dalla figlia dell’anziana, che vive a Milano, preoccupata perché da giorni la madre non le rispondeva al telefono e soprattutto sollecitata dall’amministratore di condominio che aveva ricevuto da parte degli inquilini della palazzina lamentele sempre più frequenti per il cattivo odore che usciva dall’appartamento della madre.

Quando Giovanna Di Taranto aprì la porta ai poliziotti e alla figlia che era arrivata appositamente da Milano, disse candidamente: «Si, ma tanto lui ritorna».

Il corpo del figlio fu trovato in stato di avanzata decomposizione con una parte praticamente mummificata adagiato nel letto. Quando poi il cadavere fu caricato in ambulanza lei parlava come se il figlio fosse ancora vivo come se volesse rifiutarsi ancora una volta di accettare l’inevitabile, confidando che tutto, prima o poi, sarebbe tornato alla normalità di “prima”.

L’appartamento, in via Castellana, al momento della scoperta fu trovato in stato di degrado. Era pieno di immondizia e di rifiuti. Nella camera da letto, dove era stato rinvenuto il corpo del figlio le serrande erano abbassate. Indescrivibile lo stato dell’appartamento, con rifiuti accumulati da mesi, se non da anni. Nel corso di quei 9 mesi, dall’agosto 2018 al maggio 2019, l’anziana era andata regolarmente a ritirare la pensione del figlio: 900 euro al mese. Ora lo Stato ne chiederà 9.000 indietro.