Lei, il fratello gemello e il marito. A Mogliano tre storie lunghe cent’anni l’una

Maria Antonia Centenaro e il gemello Severino hanno compiuto 101 anni. Il consorte 100. Zaia: «Complimenti! Un caso da studiare». E ancora pedalano 

La storia

Tre secoli di vita, attraverso guerre, lavoro, fatica, amore e ora anche la pandemia. Il tris di Maria Antonia Centenaro, col fratello gemello Severino e il marito Ruggero Nube è di quelli che non passano inosservati. Ruggero ha spento le sue cento candeline giovedì 21 gennaio, la consorte e il cognato, cinque giorni dopo, martedì 26, hanno invece festeggiato quota 101.

Anche il presidente del Veneto Luca Zaia ieri nella sua quotidiana conferenza stampa, ha voluto congratularsi con loro. «Sarebbe da sequenziare il loro dna», ha scherzato il governatore. Maria Antonia e Ruggero, da alcuni anni vivono a Mogliano, assistiti dalla figlia Vanna, Severino invece a Mestre, zona Gazzera, in totale autonomia.

«Mio padre» racconta Vanna Nube «è originario di Venezia, San Francesco della Vigna, a Castello: è qui che ha vissuto con mia madre fino a cinque anni fa. Ha fatto la guerra, era nel genio guastatori e fu spedito in Albania. Alla prima occasione per non tornare al fronte iniziò a fare il vigile del Fuoco, a Mirano, ed è qui che conobbe mia madre, nel 1943».

Maria Antonia Centenaro, all’epoca studiava da sarta. «So che mio padre per andare a trovarla partiva da Venezia, smontava dal filobus a Chirignago e poi andava a piedi fino a Mirano, per stare con lei anche solo 10 minuti». Fino a pochi anni fa Ruggero, appassionato di pesca, frequentava il centro anziani di Mogliano. Rocambolesca anche la giovinezza d’altri tempi del cognato Severino: arruolato in marina, venne dato per disperso dopo l’affondamento della sua nave, tornò dopo sette anni di prigionia tra l’Egitto e l’India. Oggi va ancora in bicicletta a fare la spesa.