Morto in A13, ecco chi era il camionista morto di Cordignano

Era il più giovane dei tre fratelli Dotta. Accomunato al primogenito da un crudele destino, giocato sull’asfalto delle strade. Giuliano era morto in un incidente nel 1984, ancora nel pieno degli anni.

CORDIGNANO. Un autotrasportatore di 54 anni, Adriano Dotta, nato a Conegliano e residente da qualche tempo a Cordignano, ha perso la vita in un incidente che ha coinvolto un’auto e tre mezzi pesanti, mercoledì a mezzogiorno sull’A13, nel tratto fra i caselli di Boara Pisani e Monselice, in direzione Padova. Per ore una corsia dell’autostrada è stata chiusa fra Occhiobello e Monselice, con il traffico deviato sulla viabilità ordinaria ma con migliaia di auto intrappolate in un ingorgo chilometrico che – complice il caldo afoso – ha messo a dura prova la resistenza degli automobilisti.

L’INCIDENTE

Tutta da chiarire la dinamica dello scontro che ha coinvolto tre mezzi pesanti e un’auto ma in particolare un autoarticolato e un’autocisterna, con quest’ultima che ha tamponato violentemente il mezzo che aveva davanti.

Lo schianto non ha lasciato scampo ad Adriano Dotta, che era alla guida dell’autocisterna finita addosso all’autoarticolato. Il personale del Suem, giunto sul posto in pochi minuti, ha tentato invano di rianimare l’uomo sul posto, per molti minuti. Lungo e complesso è stato il lavoro per i vigili del fuoco, arrivati da Rovigo e da Este con quattro automezzi, fra i quali l’autogru, e con sette operatori.

I pompieri hanno dovuto mettere in sicurezza i mezzi coinvolti per evitare che si innescassero incendi e liberare un autista rimasto intrappolato fra le lamiere della sua cabina di guida, deformata dallo scontro.

Con cesoie, divaricatori e martinetti, l’uomo è stato infine liberato e affidato al Suem per il trasporto in ospedale e le prime cure. Le condizioni delle persone coinvolte nell’incidente non sono comunque gravi ed è quasi un miracolo a giudicare dalle condizioni dei veicoli. Sul posto sono intervenuti la Polstrada di Bologna per i rilievi del caso, e il personale ausiliario dell’autostrada per l’assistenza logistica.

AUTOSTRADA PARALIZZATA

L’incidente, avvenuto al chilometro 78 dell’A13, ha paralizzato per ore il traffico in direzione Padova. Alle 12, appena dopo lo schianto, una corsia dell’autostrada è stata chiusa da Occhiobello a Monselice. Chi arrivava da Bologna e non era ancora giunto in prossimità dell’incidente, ha potuto prendere l’uscita di Occhiobello, dove si sono formate code sempre più lunghe, e proseguire sulle Provinciali. Ma chi era già in autostrada è rimasto bloccato per ore, con il caldo torrido delle ore centrali della giornata. Il personale di autostrade ha distribuito acqua transitando sulla corsia opposta, nel tentativo di contenere i disagi degli automobilisti bloccati. Ci sono volute quattro ore per ripristinare le condizioni di sicurezza dell’A13 e riaprirla al traffico.

Alle 16, quanto le operazioni di bonifica della strada sono state completate, c’erano ancora tre chilometri di coda all’altezza dell’uscita di Occhiobello.

«È il secondo fratello che perdo in un incidente stradale.» Non sa darsi pace Renzo Dotta. Suo fratello Adriano è morto in un incidente stradale, la stessa tragica sorte del primogenito.

IL FRATELLO SOTTO SHOCK

«Ho saputo della sua morte da un collega di lavoro», racconta Renzo. «Mi ha chiamato al telefono.poco dopo la disgrazia». «Trentasette anni fa – ricorda – era mancato Giuliano, aveva solo 30 anni, Ora sono rimasto solo io».

Renzo Dotta fatica a parlare. A poco a poco dalle sue parole emerge il ritratto del fratello. Il camionista era originario di Colle Umberto, la sua era una famiglia storica del paese. Aveva vissuto a Treviso e Padova e da qualche mese si era trasferito a Cordignano per stare vicino ai suoi figli che vivono a Scomigo. Un passato da imprenditore edile, era stato titolare di una ditta di trasporti e scavi stradali, poi qualche problema legato all’attività, ma comunque superato e Adriano si era rimesso in pista. Dopo il periodo buio, aveva trovato lavoro come autotrasportatore. «L’ho sentito l’ultima volta martedì sera», racconta il fratello, «sabato aveva in programma una festa con gli amici a Santa Lucia di Piave, per questo mi ha telefonato per chiedermi se potevo prestargli delle griglie.

L’ULTIMA TELEFONATA

È stata l’ultima volta che l’ho sentito». Come camionista Adriano aveva cambiato due datori di lavoro. Dal lunedì al venerdì girava per mezza Italia con il camion. L’attività lo impegnava molto, ma quando poteva si riuniva con gli amici. «Mio fratello era un uomo solare, allegro, gli piaceva stare in compagnia. Era sempre disponibile con le persone, una persona schietta».

Adriano avrebbe compiuto 55 anni il primo dicembre. Era il più giovane dei tre fratelli Dotta. Accomunato al primogenito da un crudele destino, giocato sull’asfalto delle strade. Giuliano era morto in un incidente nel 1984, ancora nel pieno degli anni. Oggi avrebbe avuto 67 anni. Adriano lascia i figli Nicola e Jessica. La notizia ha destato impressione a Cordignano e Colle Umberto dove la famiglia Dotta è molto conosciuta e dove vive ancora il fratello Renzo. CRISTIANO CADONI