Psicologa con studio a Treviso attiva pure all’estero: ecco chi era la donna morta a Paese

Vantava varie collaborazioni con cooperative educative e con la Piccola Comunità di Conegliano: «Svolgeva il suo lavoro con passione»

VOLPAGO. Abitava in via Sernaglia 47 a Volpago, in un condominio nella parte nord del Montello, vicino alla strada Panoramica, Stefania Bonaldo, la psicologa 39enne che ha perso la vita nell’incidente avvenuto l’altra sera a Porcellengo di Paese. Non abitava lì da molto, tanto che finora aveva intessuto poche relazioni con il vicinato.

«L’ho presente», dice Carlo Arcidiacono, residente nello stesso condominio, «abitava qui da alcuni mesi, incrociavo lei e la figlia ma finora erano stati più saluti formali che una vera e propria conoscenza: ultimamente cominciavamo a conoscerci un po’ di più perché il loro gattino veniva spesso nel mio giardino», dice. «Mi spiace tanto per la sua scomparsa».

Stefania Bonaldo aveva lo studio professionale a Treviso, ma la residenza l’aveva scelta nella tranquillità del Montello, in mezzo al verde.

Dopo aver preso il diploma di maturità scientifica nel 2000 al liceo Da Vinci, a Treviso, e dopo un corso per operatrice socio-sanitaria, si era iscritta all’Università e nel 2009 si era laureata in scienze psicologiche a Padova. Due anni dopo aveva conseguito la magistrale. Quindi il master in Brasile, interrotto perché era tornata in Italia per mettere al mondo la propria figlia che oggi ha sei anni e che è rimasta leggermente ferita nell’incidente dell’altra sera.

Ne erano seguite varie collaborazioni in ambito psicologico ed educativo, come “Sogno 2” di Treviso, “Il volo della cicogna” , la cooperativa sociale “Orchidea”. Per qualche mese, nel 2016, aveva lavorato anche alla Cgil a Treviso, poi fino al dicembre del 2017, aveva collaborato con la Piccola Comunità di Conegliano.

«È stata da noi poco più di un anno, fino al dicembre del 2017», la ricorda la direttrice della Piccola Comunità, Alessandra Dussin. «Svolgeva il suo lavoro con passione, in lei si notava il desiderio di aiutare l’altro, di sostenere le persone in difficoltà: era una brava professionista e ci dispiace tanto sapere che non c’è più».

Era attenta al sociale, tanto da aver partecipato a progetti all’estero, come la collaborazione alla fase di ideazione e attivazione di un progetto sulla prevenzione delle gravidanze precoci per giovani adolescenti e i loro genitori in Brasile nello stato di Bahia; o come la partecipazione al progetto “Esperance” dell’associazione I-care in Costa d’Avorio, colpita da anni di guerra civile e in fase di recupero per occuparsi dei bambini orfani o affetti da hiv.

Poi dal 2018 la libera professione, con un suo studio privato a Treviso, specializzata nell’accompagnamento in percorsi individuali di sostegno psicologico, a cui aggiungeva la docenza in corsi di aggiornamento formativo per educatori della scuola per l’infanzia e insegnanti della primaria basati principalmente sull’approccio corporeo, organizzati dall’associazione O6 Planet e la collaborazione con Spazio MenteCorpo Treviso nell’ambito di gruppi esperenziali su tematiche specifiche quali l’ansia da prestazione, le dinamiche delle relazioni abusanti, il riconoscimento delle proprie risorse e altro. «Quando qualcuno a cui hai voluto bene muore», la ricorda sui social l’amica Sabina Niero, «sei straziato dal dolore, è un sentimento così strano…perché la vita attorno a te scorre come sempre e tu invece ti senti triste e fermo».