Silea. Ex barista della “Nea” annega in Sardegna. Se n’era andata dopo l’emergenza Covid

Sara Rassu, 32 anni, abitava a Ponzano con il papà. Aveva lavorato per tre anni nel noto locale di Silea e poi in altri della città

SILEA.

Un sorriso, il suo, che non passava inosservato. Tutt’altro. Sara Rassu era profondamente legata Treviso, dove ha abitato e lavorato come barista, facendosi apprezzare da tutti. Ma se ne è andata nel pomeriggio dell’1 agosto, a soli 32 anni, nella sua Sardegna.Nell’isola era infatti rientrata allo scoppio dell’emergenza Covid. La giovane donna è annegata in mare a Porto Torres, sua città di origine, lasciando sotto choc i familiari – il padre, il fratello e la sorella maggiore risiedono nella Marca, la madre in Sardegna – così come i tantissimi amici trevigiani. Tra questi i colleghi di lavoro della storica osteria “da Nea” di Silea, dove Sara aveva lavorato per alcuni anni. Ma anche baristi e frequentatori di alcuni bar del centro, dove aveva lavorato anche in tempi recenti.

IL FATTO

L’allarme è scattato nel primo pomeriggio di martedì. Sara, non si sa se autonomamente o in compagnia di un’amica o più amiche, si era infatti recata in una spiaggia di Porto Torres, sua città natale, davanti alla chiesetta di Balai, quando – dopo un bagno – non ha fatto più ritorno a riva.

Probabilmente si è trattato di un malore, ma gli inquirenti stanno vagliando anche altri fattori, come le condizioni del mare. A quanto si apprende dalla Sardegna, comunque, il primo referto medico parla di morte per asfissia da annegamento. Una verità su cui farà luce anche l’autopsia che sarà svolta nelle prossime ore sul corpo della giovane su disposizione delle autorità sarde.

Queste, per i soccorsi, dopo l’allarme lanciato da familiari ed amici, avevano messo in campo numerose squadre tra vigili del fuoco con i sommozzatori, capitaneria di porto e carabinieri che – dopo varie ore dall’avvio delle ricerche – erano riuscite a rinvenire il corpo di Sara al largo. Alcuni indumenti, invece, sono stati trovati su alcuni scogli della spiaggia di Balai, non distante da una piccola insenatura dove – secondo le prime ricostruzioni – la giovane donna si sarebbe voluta recare a nuoto.

L’autopsia, come disposto dal sostituto procuratore di turno, Paolo Piras, verrà eseguita all’Istituto di patologia forense di Sassari, dove è già stata trasferita la salma. Solo dopo l’esame autoptico ed il nulla osta delle autorità sarà concessa la celebrazione dei funerali, che si svolgeranno in Sardegna. Sara, come tanti giovani della sua regione, si era trasferita in Veneto in cerca di lavoro e aveva appunto trovato occupazione in alcuni locali.

Poi, con lo scoppio dell’emergenza Covid, non le era rimasto che rientrare al suo paese in attesa di tempi migliori. A Porto Torres era tornata a frequentare gli amici di un tempo. Martedì la decisione di andare al mare e di fare il bagno, anche se in quel tratto di costa era leggermente mosso per via di un vento di ponente di 10-12 nodi. Sara Rassu sapeva nuotare bene, per questo è molto probabile che abbia accusato un malore e che non sia riuscita a tornare a riva e neppure a chidere aiuto.

LA NOTIZIA A TREVISO

Una tragedia che, pur a distanza, ha sconvolto i tantissimi che in città avevano conosciuto Sara. Abitava infatti da anni a Ponzano, con il papà, operaio, ed aveva lavorato in più attività commerciali, tra bar e locali della ristorazione. Tra tutti, dal 2010 al 2013, l’osteria “da Nea” di Silea.

Ma successivamente si era distinta anche in altri locali, in particolare del centro di Treviso. D’estate amava fare rientro nella sua Porto Torres, dove ancora abitano la madre e la famiglia di origine.