Staranzano, le forme dell’amore nelle sculture di Denis Boletig

STARANZANO. Le sculture lignee, esclusive e originali, di Denis Boletig, sono portatrici di messaggi e di profonde espressioni che spaziano tra il sacro e il profano. E’ quanto emerge dal successo…

STARANZANO. Le sculture lignee, esclusive e originali, di Denis Boletig, sono portatrici di messaggi e di profonde espressioni che spaziano tra il sacro e il profano. E’ quanto emerge dal successo registrato dalle 16 opere esposte nella mostra “Le forme dell’amore”, appena conclusasi (era stata inaugurata il 12 dicembre), opere che hanno catturato l’attenzione di molti visitatori nella splendida cornice di Villa Chichin-Azienda agricola “La Ferula”. L’antica “Villa Piani” fu anche dimora del cardinale Giuseppe Melchiorre Sarto, prima vescovo di Mantova (1884) poi patriarca di Venezia (1893), Papa Pio X nel 1903 e poi santo, che trascorse nella villa patronale alcuni giorni di vacanza.

«Sono a mio agio in questo ambiente – spiega Denis Boletig – anche perché le forme che rappresento inneggiano alla vita, fondata sull’amore ma anche sulla sofferenza, sulla maternità, sulla famiglia e su alcuni principi risalenti all’antichità. Le mie opere nascono da tronchi o radici di legno duro, come acacia, olivo, noce o ciliegio, che trasformo da un pezzo senza vita in una figura animata che suscita emozioni».

Con questi orientamenti sono nate le opere più belle, presentate anche in collettive nazionali ed estere, tra cui “Leda e il cigno”, personaggi della mitologia greca secondo cui Zeus per amare Leda si trasforma appunto in un cigno. Oppure la “Primavera” di Botero, o il trittico “Mamma, figlio e papà”, pezzo di rara bellezza in cui si esalta l’amore della famiglia, e la mamma e il bimbo, legati dal cordone ombelicale, si tengono per mano.