Tragedia in cantiere a Caerano, si indaga per omicidio colposo

Incidente mortale sul lavoro, la pm vuole capire cosa è successo e ha disposto anche l’autopsia sul corpo dell’operaio macedone

CAERANO SAN MARCO. La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo in relazione alla morte di Nazif Ajdarovski avvenuta l’altra mattina in un cantiere edile in via Cadore a Caerano. La pm Daniela Brunetti ha inoltre disposto che venga eseguita l’autopsia sul corpo dell’operaio edile macedone di 48 anni che era residente a Pieve del Grappa. Il corpo era già stato trasferito l’altro pomeriggio all’istituto di medicina legale del Ca’ Foncello e lì sarà eseguito l’esame autoptico da parte dell’anatomopatologo incaricato.

Sul tavolo del magistrato, dopo la prima informativa, arriverà ora la relazione degli ispettori dello Spisal dell’Ulss 2 che hanno eseguito i rilievi nel cantiere e verificato il rispetto delle norme sulla sicurezza. Nel frattempo rimane sotto sequestro l’area del cantiere dove è avvenuto il mortale infortunio.

La tragedia è avvenuta nel cantiere dove si sta costruendo una villa divisa in due appartamenti, lungo la strada provinciale che da Caerano porta a Cornuda, una villa commissionata da Sergio Bordin, impresario nel settore delle cave. A lavorare nel cantiere c’era l’impresa Parisotto Danilo, alle cui dipendenze era, da alcuni anni, l’operaio macedone. Nel cantiere mercoledì mattina c’erano anche il figlio del titolare e un altro operaio, ma in quello scavo accanto alla rampa, dove doveva essere fatta una gettata e si stavano collocando i pannelli in ferro lunghi tre metri e alti un metro del peso di una novantina di chili, c’era solo Nazif Ajdarovski.

Secondo una prima ricostruzione l’operaio avrebbe tolto un puntello che bloccava un pannello, forse per sistemarlo meglio, questo è caduto, lo ha colpito in viso e lo ha fatto cadere all’indietro. Coincidenza ha voluto che dietro ci fosse un grosso bidone in lamiera e proprio contro il bordo ha battuto la nuca il 48enne: quel colpo gli è stato fatale, tanto che i sanitari arrivati poco dopo che è stato chiesto l’intervento del Suem non hanno potuto che constatare il decesso del poveretto. Nessuno avrebbe assistito al fatto: Michele Parisotto, il figlio del titolare, e un altro addetto si trovavano nel cortile antistante, in un punto dove non si vedeva lo scavo dove stava lavorando Nazif: è stato il movimento del pannello a spingerli ad andare a verificare cosa fosse accaduto e hanno trovato a terra l’operaio che non dava più segni di vita.

L’operaio macedone abitava nel Comune di Pieve del Grappa, in via San Giacomo a Paderno per la precisione, con la moglie Rukije e tre figli di 19, 17 e 10 anni. Era arrivato 14 anni fa nella Pedemontana, dove c’è una nutrita comunità di macedoni che si sono ora stretti attorno alla famiglia. In precedenza aveva abitato a Mogliano Veneto. Pronta a dare una mano alla famiglia l’amministrazione comunale di Pieve del Grappa. Quando sarà trascorso questo primo periodo legato all’urgenza delle pratiche da espletare, la sindaco Annalisa Rampin manderà l’assistente sociale in casa Ajdarovski per capire quali necessità possono avere la moglie e i tre figli dell’operaio morto sul lavoro l’altra mattina.