Treviso dà l’addio a Li Volsi, pittore libero. Rifiutò la “scuderia” di Bonito Oliva

Aveva 84 anni ed era malato di Parkinson, ha esposto anche in Francia, Germania e Giappone. Si era ricomprato il suo “Baccanale” esposto al Canevon. I figli lavorano con vintage e antichità

TREVISO. «Vuole anche che nitrisca?». Il grande rifiuto di Gian Paolo Li Volsi è andato in scena negli anni 70, di fronte a Achille Bonito Oliva, grande critico d’arte arrivato a Treviso solo per lui. «Li Volsi, lei farà parte della mia scuderia», gli disse seduto ad un tavolo del Canevon, e mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte ad un rifiuto.

Era questa l’anima libera di Gian Paolo Li Volsi, scomparso lunedì all’età di 84 anni. Li Volsi – con la y al posto delle I quando firmava le opere – era pittore conosciutissimo in città, e protagonista di esposizioni anche in Francia, Germania e Giappone, oltre a Ca’ dei Carraresi, e a Casa Robegan, nella sua ultima mostra trevigiana pochi anni fa.

Li Volsi era nato a Udine, quasi per uno scherzo del destino. Il papà, siciliano di origine, era colonnello dell’esercito in Austria. Avrebbe voluto farlo nascere in Sicilia, e con l’avvicinarsi della data prevista, partì con la moglie verso sud. Ma Gian Paolo no attese abbastanza, e nacque quando erano appena a Udine. Già l’anno dopo la famiglia si trasferì a Treviso.

Qui ha sempre vissuto, completando l’Accademia a Venezia e poi facendosi conoscere come artista. Surrealista, arrivava dall’impressionismo e dal cubismo per spingersi verso uno stile più onirico.

«Ci ha trasmesso l’amore per il bello e per l’arte. Oltre a valori antichi, ancora moderni ma purtroppo poco attuali come il rispetto, l’introspezione», hanno detto i figli Francesco e Fernanda. Entrambi sono rimasti nel mondo dell’arte, sebbene in ambiti diversi dal padre.

Fernanda è titolare delle Officine Li Volsi in via Salsa, negozio di vintage e modernariato, mentre Francesco con la moglie gestisce il negozio di antichità alla Fontana delle tette. Li Volsi era malato di Parkinson da tempo, ma fino a quando ha potuto ha dipinto. L’ultimo saluto sarà giovedì alle 15.30 nella camera ardente al Ca’ Foncello.