Treviso, muore neonata di due mesi: «La nostra piccola ci è morta tra le braccia»

Lo strazio dei genitori della neonata soffocata da un rigurgito. Papà Rachid: «Ci aspettiamo delle risposte dai medici»

TREVISO. Sulla porta del loro appartamento all’ultimo piano del condominio al civico 17 di via Castellana rimane appesa ancora una coccarda con un nastro rosa. Dal pianerottolo rimbomba il pianto di una bambina. Il padre Rachid Achagui, fa capolino per pochi secondi e chiede, come comprensibile, di rispettare il suo dolore e di comprendere lo smarrimento. Solo il giorno prima, attorno all’ora di cena, in quello che sembrava un sabato come tanti altri, un’improvvisa tragedia ha sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia.

«Non sono nemmeno in grado di ricordare a che ora è avvenuto, da ieri siamo sotto shock» ci spiega.

A registrare quello che Rachid, di origine marocchina, e la moglie Chadli Bouchra, dovranno portare come fardello per sempre è la cruda cronaca. Sono passate da poco le 19.30 di sabato 17 luglio, una delle loro due gemelline, nate a fine aprile, non da più segni di vita. Forse un rigurgito. Ad accorgersene è la madre, che ha appena coricato la sorellina dopo averla allattata e nota qualcosa di strano. Per i due è panico. Un incubo che si materializza tra le loro braccia, le stesse che si erano abituate a cullare dolcemente le nuove creature. Interviene il Suem.

La chiamata al pronto soccorso parte alle 19.40, l’ambulanza si fionda verso le palazzine all’inizio di via Castellana, a pochi metri dalla rotonda del mercato ortofrutticolo, verso Paese. La famiglia è sotto shock, quello che sta avvenendo è impensabile. La neonata viene affidata ai tentativi di rianimazione da parte del personale del Suem.

I soccorritori continuano incessantemente i loro tentativi di far respirare la piccola anche nella sua ultima corsa, in ambulanza, verso il Ca’ Foncello. Ma non c’è niente da fare. Poco prima delle ore 22 al pronto soccorso di Treviso viene constatato il decesso della neonata. J.A., nata il 28 aprile, muore il 17 luglio, a meno di tre mesi di vita. Cosa abbia causato questa perdita così inspiegabile, con precisione, non lo sa ancora nessuno e se lo chiede anche il padre.

«Aspettiamo notizie dall’ospedale» spiega Achagui «ci hanno detto che bisognerà aspettare due o tre giorni, per gli ultimi controlli. Quello che stiamo provando è un dolore che non si può spiegare». Stando alle prime ricostruzioni a causare la morte della piccola, nel box che condivideva con la sorellina, sarebbe stato un rigurgito. Spetta ora al personale medico stabilire con certezza le cause di questo tragico evento.

Ieri la coppia è rimasta in casa, chiusa nel proprio dolore. Papà Rachid Achagui è ben inserito nel quartiere, lavora come magazziniere ed è in Italia da parecchi anni. Ha 49 anni, mentre la moglie 34 e gli ha già dato una figlia di 4 anni: «Abbiamo già cresciuto una bambina, non è la nostra prima esperienza» spiega «mia moglie sicuramente sapeva come fare. Spero di sapere cosa è successo, però per favore lasciateci stare, abbiamo tanti pensieri». Mentre pronuncia queste poche parole, si sente in sottofondo, un pianto di bambini. Il box dove forse si è consumato il tremendo episodio si trova proprio vicino alla porta d’ingresso e vicino alla cucina. Ora spetta ai sanitari valutare le ragioni di questa tragedia e offrire ai genitori una spiegazione dell’accaduto. Non è escluso che si muova in questa direzione anche l’autorità giudiziaria, andando a disporre un’eventuale autopsia sul corpo della neonata.

Dovrà passare del tempo, un tempo che forse non basterà mai. Intanto ieri, tra i cortili dei condomini al civico 17 di via Castellana, dove agli italiani si intrecciano famiglie di origine cinese, africana e dell’est, regnava il silenzio. Qualche bambino gioca, lì dove un giorno avrebbe potuto giocare anche la piccola J.matteo marcon